A Gigetto Sammarco - San Fili by Pietro Perri

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A Gigetto Sammarco

Personaggi ieri
(26.02.2003 - articolo apparso su "Il Quotidiano" di Cosenza e provincia... ovviamente a firma di Pietro Perri)
San Fili: E' morto Gigetto Sammarco, lo storico barista del paese. Aveva 56 anni. Zio Gigi non saluterà più i suoi nipoti.
 
Sembrava una giornata come le altre per San Fili e i sanfilesi, e invece delle altre giornate aveva solo il sole. Per il resto tutto nero, un nero silenziosamente annunciato da due strani manifesti affissi all'imbocco della stradina cimiteriale.
Il primo, certamente quello ufficiale, voluto dai familiari e che comunicava ai passanti il decesso prematuro di Gigetto, e, si badi bene, non Luigi, Sammarco, prematuramente mancato all'affetto dei suoi cari alla stupida ed insipida età di appena 56 anni.
Il secondo, quasi anonimo, con sopra una scritta breve ma intensa, piena di amorevole significato per quanti hanno avuto il piacere e l'onore di convivere anche un solo attimo della vita dell'amico Gigetto: "zio Gigi", c'era scritto sopra, "i tuoi nipoti non ti scorderanno mai". Già, perché a San Fili quanti siamo nati negli ultimi quarant'anni possiamo a pieno titolo definirci nipoti di "zio Gigi".
Se n'è andato alla chetichella, così com'era vissuto, sempre schivo di falsi protagonismi di quartiere, di piazza o di corso. Gigetto Sammarco, titolare ed unico gestore dello storico bar del paese sito in piazza ex caserma, ha lasciato un grande vuoto all'interno della comunità che gli ha dato i natali e che lo ha cullato nel corso della sua seppur breve esistenza.
Un vuoto, il suo, di cui ci si accorge subito e proprio nel momento della sua dipartita, un vuoto annunciato, solo due giorni addietro, dalle saracinesche abbassate del suo esercizio commerciale. Gigetto non era uso prendersi giorni di ferie, e le saracinesche abbassate fuori periodo non potevano che essere premonitrici di sciagure.
Ma nessuno, a San Fili, pensava, due giorni addietro, quando ancora l'avevano visto servire dietro il bancone o salutare cordialmente, col suo viso sorridente, educato oltre misura, scherzosamente quanti gli passavano.
Gigetto Sammarco per San Fili era diventato una vera e propria istituzione, e non solo per il fatto che fosse figlio d'arte e che, come tale, avesse in modo encomiabile proseguito l'opera, l'arte, sarebbe più giusto dire, del padre.
A salutarlo, martedì pomeriggio, nella chiesa del Ritiro di San Fili, c'era tutto il paese, nessuno escluso.
Sarà dura, d'ora in poi, passare davanti a quella saracinesca chiusa, ripensare al passato, non sentirsi chiamare più per nome, non sentire più la voce di Gigetto Sammarco salutarci, non sentire l'odore dei suoi cornetti caldi o il sapore dei suoi famosi drink aperitivi.
Con lui, tristemente, se ne va un altro pezzo, forse il più importante di quelli che restano ancora in vita, della San Fili che conta... anche stando in silenzio. Di quella San Fili di cui ci si accorge, per l'appunto, proprio nel momento in cui non si è più a San Fili o proprio nel momento in cui tale pezzo di San Fili cessa di esistere.
Grazie, "zio Gigi", per quello che hai saputo darci, per la lezione di vita che hai saputo lasciarci: quella di volerci bene malgrado i dissapori politici, economici e sociali, malgrado le differenze ideologiche e religiose, malgrado... perché malgrado tutto i sanfilesi siamo e restiamo comunque una grande e bella famiglia. Grazie zio Gigi, i tuoi nipoti non ti scorderanno mai.
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