Mary Garret - San Fili by Pietro Perri

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Mary Garret

Personaggi oggi
Mariafrancesca Garritano, Mary Garret nel mondo virtuale, nasce il 7 novembre 1978 a Cosenza.
E' figlia dell'indimenticabile sanfilese Manola Calomeni.
Studia danza quasi per gioco dall’età di tre anni, nel C.I.D. di Isabella Sisca.
All’età di sedici anni entra nella Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, dove consegue il diploma e riceve il premio Rotary come “Miglior allievo dell’anno”.
Sin da quando era piccola si dedica alla scrittura di diari e racconti, e il libro “La verità, vi prego, sulla danza” è il suo esordio pubblico.
Vive e lavora a Milano.
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Mariafrancesca Garritano (Mary Garret): una Sanfilese al Teatro alla Scala di Milano... e non per assistere ad uno spettacolo.
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L’ammetto, mi è difficile scrivere di qualcuno che non conosco o che, come nella protagonista di questo pezzo, semplicemente penso di non conoscere.
Mi è difficile scrivere di qualcuno che ha raggiunto il suo scopo, che si è realizzato nella vita diventando faro per quanti gli stanno intorno. Quando ci si improvvisa a scrivere di un grande, infatti, non conoscendo tra l’altro la materia da trattare, si rischia sempre e stupidamente, per non dire vilmente, di offuscarne l’opera.
Mi è difficile, tenuto conto che io scrivo normalmente col cuore e non con i dati di fatto e con il calcolo scientifico del giornalista vissuto, scrivere di qualcuno senza trovare il giusto filo conduttore per il pezzo che andrà a breve ad imbrattare il foglio bianco, formato A4, che mi si para, con cadenza quasi quotidiana, davanti agli occhi.
Dopotutto non ho mai detto, né lo sono, ad alcuno di essere un giornalista. Semplicemente mi piace scrivere e conosco tanti giornalisti che, oltre a non saperlo fare, odiano scrivere.
Conobbi Maria Francesca verso la metà del mese di giugno 2010. La conobbi grazie ad una e-mail che trovai in una delle mie varie caselle di posta elettronica: “Ciao, sono Mariafrancesca Garritano, la nipote di Miriam Calomeni e famiglia... non so se conosci... comunque siamo Sanfilesi anche noi... Leggo in continuazione il tuo sito ma vorrei sapere come mai ad un certo punto non si riesce ad andare avanti nella lettura delle pagine. Succede solo a me o è un problema che hanno riscontrato anche altri? TI faccio i complimenti per il lavoro che svolgi e spero di avere tue notizie! Grazie Mary!”
… o forse, non conoscendola, la conobbi tantissimo tempo addietro quando, lei ancora piccola (aveva appena una diecina d’anni), seppi della prematura scomparsa della madre: Manola Calomeni.
Eravamo nel lontano 1989.
Manola per San Fili era un simbolo. In tanti la ricordano come una delle due o tre più belle donne del paese. Un simbolo con una voce d’angelo: il palco del “Festival della voce”, storica kermesse canora del paese, più d’una volta era stato per lei e solo per lei.
Che strano, conobbi Manola solo grazie ad un foglio di collegamento tra immigrati sanfilesi redatto con cadenza mensile dall’indimenticabile Francesco “Ciccio” Cirillo, il Sanfilese d’America.
Eppure a San Fili ci conosciamo tutti, conosco quasi tutti e quasi tutti mi conoscono, e sono tantissimi i Calomeni che hanno segnato più che positivamente, l’ammetto, la mia vita.
Figlia d’arte definiranno sicuramente Mariafrancesca almeno coloro che hanno conosciuto la madre in bellezza e capacità artistica.
Figlio d’arte il fratello, apprezzato musicista, Massimo: due grandi artisti nelle cui vene scorre anche e sopratutto sangue sanfilese.
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Leggendo l’e-mail della nostra compaesana Mariafrancesca non sapevo ancora chi in effetti avessi di fronte. Dopotutto a me e-mail, grazie alla mia attività (hobby) sul web, me ne vengono spedite quasi quotidianamente ai posti più svariati del mondo, me ne vengono spedite dai tanti emigranti, nostri compaesani o figli di nostri compaesani, che da tempo mancano dal paese natio o che sono alla ricerca delle origini della propria famiglia.
Tutti o quasi si complimentano per il mio lavoro, qualcuno mi chiede se posso metterlo in contatto con qualche loro familiare o presunto tale, qualcuno mi prega di sostituirmi all’ufficio anagrafe del comune di San Fili.
La mia risposta, sempre tramite posta elettronica, partì il giorno successivo: “... ciao, ... conosco Miriam e sicuramente conosco anche te se (ovviamente scusami) in questo momento non riesco ad abbinare il tuo nome al tuo volto. ... sei la prima a dirmi di questo problema e se mi dici più o meno dove capita (in quanto potrebbe essere un problema collegato a qualche file troppo grande o a qualche mancato collegamento) potrei vedere di ripristinare il tutto. ... un caro saluto da Pietro. ... grazie per i complimenti”.
Nella stessa giornata ricevetti un secondo messaggio da Mariafrancesca: “A me capita un po’ su tutte le cose che sto leggendo: la storia della Fantastica, Il mulino delle fate, i capitoli sulla stazione, a majatica... insomma a dire il vero mi capita su tutti gli argomenti lunghi... Comunque non so se puoi ricordarti di me, vivo a Milano da anni ormai e vengo a San Fili poche volte all'anno, ma sono la sorella di Massimo Garritano, lui sì che è un sanfilese DOC. Il tuo nome me lo ha segnalato Antonio Asta, quando cercavo delle informazioni su alcune storie sanfilesi, lui può spiegarti meglio chi sono. Ad ogni modo avremo occasione di presentarci. Le notizie che leggo sul tuo sito sono interessanti e per questo ci tenevo ad informarti del problema che ho nelle letture. Buon lavoro e grazie!”
Provai a risolvere il problema che mi indicava Mariafrancesca ritrasmettendo i file del sito nello spazio messomi a disposizione dal provider di Aruba. Spero che, così facendo, si sia risolto il piccolo fastidioso inconveniente.
Fatto sta che ancora non sapevo chi effettivamente era ed è Mariafrancesca Garritano. Perché Mariafrancesca, me ne resi felicemente (non senza provare un po’ di vergogna) conto successivamente, non è semplicemente una sanfilese emigrata, lei o la propria famiglia, per lavoro.
Mariafrancesca Garritano è una Sanfilese con la S maiuscola che è riuscita a coronare un sogno che in tanti (e non solo sanfilesi, calabresi o meridionali) non hanno neanche il coraggio di riporre in un cassetto… è un sogno troppo grande da coronare quindi inutile persino metterlo nel bilancio di previsione della propria vita.
Mariafrancesca Garritano è un componente del corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano.
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La verità, vi prego, sulla danza
di Mary Garret (Mariafrancesca Garritano)
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Il titolo, diciamo la verità, lascia ad intendere ben altro di quello che, fin dalle prime pagine, si finisce per leggere nell’opera prima della nostra compaesana Mary Garret (Mariafrancesca Garritano).
Ci si aspetterebbe, infatti, un saggio sulla danza (sulla danza? … no, sulla Danza con la “D” maiuscola, dopotutto l’autrice è un membro del corpo di ballo del Teatro della Scala di Milano… scusate se è poco!) ma fin dalle prime righe si scopre una realtà ben differente da quella che ci si era aspettati.
In effetti il libro di Mary Garret è anche, e dico anche, un saggio sulla Danza ma è anche e soprattutto tantissimo altro: è un percorso di vita a ritroso verso le proprie origini (Mariafrancesca Garritano non dimentica né si vergogna d’essere una meridionale, una cosentina, anzi, ne fa il suo stendardo), è un trattato di filosofia, è un manuale per chi intende intraprendere una carriera, appunto un percorso, che non per forza deve essere quella della Danza, della… ballerina.
Chiunque può ritrovarsi nelle pagine del libro di Mary Garret sia chi è riuscito nella vita e sia chi della vita, spesso non per sua volontà, non è riuscito a coronare il proprio sogno. Un sogno che, ancor più spesso, non era neanche il proprio sogno ma, vera e propria tragedia nella tragedia, quello, frustrato, di un proprio familiare.
Il saggio (ma si tratta veramente di un saggio?) sulla Danza scritto da Mariafrancesca può essere benissimo trascritto in una qualsiasi altra arte  o professione. Cambiamo la parola “Danza” con
Recitazione, con competizione in un qualsiasi ambito lavorativo, con Politica (con la P maiuscola?)… il risultato è uguale.
La chiave di lettura è uguale e comunque riuscita, il messaggio è chiaro: la vita non è facile e proprio nel momento in cui si è raggiunto il proprio massimo, il punto d’arrivo cui ci si era fissati dal nostro primo battere d’ali… ci si rende tristemente conto che nella vita non esistono solo sogni per chi decide di chiudere gli occhi poggiando la testa su un allettante soffice cuscino foderato di seta.
Non raramente la parola “sogno” fa rima, per niente baciata, con la parola “incubo”.
L’importante è comunque, nella vita, non perdere la speranza, non perdere la voglia di lottare per un nuovo sogno… c’è un altro massimo da raggiungere dietro l’angolo: la propria immagine riflessa in uno specchio.
La Danza, quindi, finisce per diventare la vita stessa ed il libro “La verità, vi prego, sulla danza!” un manuale, non per forza perfetto, per vivere la vita nel miglior modo possibile, per essere protagonisti del proprio destino, per non farci stupidamente vincere dal desiderio e dal destino degli altri.
Mariafrancesca Garritano (Mary Garret), in questa sua opera prima, si mostra più matura di quello che ci si può aspettare dal leggere la sua età anagrafica. I suoi paragrafi ci mostrano si una persona realizzata nella vita e decisamente invidiabile dal mondo con cui costantemente interagisce... ma ci mostrano nel contempo una persona ancora alla ricerca di se stessa… ancora alla ricerca, da brava ballerina che è stata ed è, delle sue scarpette magiche. Ovvero del magico scrigno del rispetto reciproco, dell’amicizia sincera, del riconoscimento dell’impegno e del valore personale… della persona in quanto persona.
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La ribalta è bella, le luci sono belle, la scena è bella… per la persona di spettacolo sono belle le sue stupende performance sul palco e persino i gossip legati al suo nome ed al suo volto. Purtroppo a tarda sera, spente le luci e calato il sipario (non solo quello del teatro ma anche e soprattutto quello delle amicizie interessate), sovente si resta da soli e la solitudine è brutta per la gente di spettacolo, per la gente abituata a vincere. La solitudine fa pensare ed il pensiero uccide.
Per un ballerino, per un soggetto che ha coronato il suo sogno c’è tantissimo di più, c’é… l’essere umano.
Oltre le gambe, è il caso di dire, c’è di più.
Nel libro di Mary Garret troviamo tantissimo: troviamo Luciano De Crescenzo, troviamo Freud, troviamo in alcune pagine anche un documentario e/o un film firmato Disney (ovvero un'opera cinematografica narrata con la stessa delicatezza), troviamo la voglia di lottare prima per gli altri che per se stessi; troviamo (strano ma vero) persino la nostra compaesana Mariafrancesca non solo con i suoi successi ma anche con i suoi difetti, con le sue debolezze, con le sue paure, con i suoi punti deboli messi alla berlina (“sono un essere umano anch’io”, sembra dirci in alcuni passaggi), con le sue vittorie e soprattutto con le sue sconfitte, con le sue origini sanfilesi… calabresi.
Il libro? … forse un grido d’aiuto rivolto a quanti da lei, malgrado quanto dalla stessa già fatto, si aspettano ancora che faccia tantissimo in più. Un modo come un altro per dire a tutti… lasciatemi riposare, lasciatemi, per un momento, sentirmi uguale agli altri, lasciatemi vivere, per un momento, l’anonima ed insignificante vita degli altri, d’una normale bambina che ha ancora tantissimo bisogno dell’affettuoso abbraccio di quella madre che l’ha tradita nel momento in cui aveva più bisogno di lei.
“La verità, vi prego, sulla danza” è un’opera prima che esce comunque al di fuori dagli schemi: è un atto di coraggio (e di coraggio, nel dare alle stampe tale opera, Mary Garret (Mariafrancesca Garritano) ne ha avuto veramente tantissimo) che già per questo merita di essere letto: una denuncia verso un mondo che (rispecchiando comunque la società dei tempi d’oggi) spezza le ali di quanti si addentrano nei suoi foschi labirinti.
Un mondo che in altri tempi era si sudore ma era anche e soprattutto sogno e poesia.
Fa riflettere anche il fatto che l’autrice parli della danza… quasi esclusivamente al maschile e spesso e volentieri più in difesa del ballerino che non della ballerina, spiegando a più riprese della maggiore difficoltà del primo di farsi accettare in tale disciplina prima da parte dei propri familiari e poi dal resto dell’ambiente in cui vive e con cui interagisce.
Dopotutto, non possiamo negarlo, il ballerino, così come il poeta, è visto, dall’intera società, come un soggetto particolarmente sensibile… e la sensibilità è considerata virtù in una donna e debolezza (femminile?) in un uomo. E poi, diciamo la verità, il ballerino (la ballerina) non è di per se un poeta? … il suo dolce esprimersi librandosi nell’aria (scena) non è forse un dolce verso d’una trascinante poesia?
Cento e più pagine che fanno pensare, fanno sorridere ed in alcuni casi fanno anche rabbrividire.
Cento e più pagine che comunque meritano un seguito… ed un seguito a tale opera sembra proporci, attimo dopo attimo, pagina dopo pagina, l’autrice stessa.
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Ulteriore scambio d'e-mail tra la grande Mary Garret ed il piccolo Pietro Perri
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... ho appena finiti di leggere il libro ed ho letto anche l'articolo su tgcom.
... in effetti non ci sei andata per niente leggera... anche se qualcuno determinate cose doveva pur dirle (e i sanfilesi sembra che un determinato modo di fare ce lo portiamo scritto nel DNA).
... inutile dire che mi auguro (da lettore) che questo sia solo il primo di un ben definito trittico.
... comunque scritto bene (vale la pena leggerlo).
(…) ... sto provando a scrivere anche qualcosa.
... un caro saluto da Pietro e da San Fili.
San Fili, lì 26.09.2010
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Grazie di averlo letto. Non sono riuscita a comprendere se con BEN DEFINITO TRITTICO, mi augura di scriverne altri, o di scriverne in modo migliore, comunque l'ha letto e più o meno si sarà reso conto che il mondo della danza, a cui mi riferisco in senso totale, è ricco di cose che nessuno mai si aspetterebbe.
(…) ... credo che abbia altro a cui pensare che alla mia piccola e per nulla pretenziosa opera!!  a presto e buon lavoro sui suoi blog.
Milano, lì 26.09.2010.
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... il libro, per quanto può contare la mia opinione, è un ottimo libro (sia dal punto di vista della tecnica di scrittura che dal punto di vista dei contenuti).
... con "ben definito trittico" non solo mi auguro che ne scriva altri ma penso che dopo aver scritto questo primo libro (e visto l'argomento) mi sembra che si sia assunta un preciso impegno nei confronti di chi la legge e, soprattutto, di quanti si affacciano per la prima volta allo stupendo mondo dell'arte in generale e della danza in particolare... con alcuni sogni nel cassetto.
... ha scritto dell'inferno? ... faccia conoscere anche il purgatorio ed il paradiso di questo (stupendo?) mondo perché, ne sono certo, così come in tutti i mondi (in cui vive e con cui interagisce l'essere umano) anche nel mondo della Danza (quella con la D maiuscola... quella che lei ha sicuramente conosciuto, diversamente non scriverebbe certe cose) esistono (coesistono) l'inferno, il purgatorio ed il paradiso.
... la speranza non va' comunque assassinata... e sono sicuro che lei di momenti stupendi in questi anni ne ha avuti tantissimi... anche se dopo un po' si sono rivelati dei semplici fuochi di paglia.
Ne ho avuto anch'io! … ne abbiamo tutti (coloro che viviamo e non che ci limitiamo a sopravvivere).
... mi scrive "si sarà reso conto che il mondo della danza (...) è ricco di cose che nessuno mai si aspetterebbe"... ma questa è la vita!
... la grandezza della sua opera (e la leggibilità della stessa) sta proprio nel fatto che se io cambio il termine DANZA con il termine LAVORO e/o PROFESSIONE (di avvocato, di dottore, di semplice funzionario statale, di dipendente di un'azienda privata, di...) il succo non cambia.
... lei, malgrado forse non se ne sia accorta (non prenda a male tale mio modo di esprimermi... odio quando mi si fraintende, significa che non mi sono espresso bene in italiano) non ha fatto altro che scrivere della vita... e le assicuro che la cosa è tutt'altro che semplice (specie se fatto bene come l'ha fatto lei).
... se un "non addetto ai lavori" come il sottoscritto non si è annoiato nel leggere le sue pagine... vuol dire che l'opera è universale, vuol dire che lei ha scritto (prima che per se) per gli altri.
... ecco perché spero che lei porti alle stampe anche le due altre parti del trittico.
... un caro saluto da Pietro Perri... e da San Fili.
San Fili, lì 26.09.2010.
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Mariafrancesca Garritano ha partecipa a numerose produzioni e tournèe internazionali del Teatro della Scala di Milano interpretando anche ruoli principali tra cui:

“In the middle somewhat eleveted” W.Forsythe
“Who Care’s” G.Balanchine
“ Lo schiaccianoci” (Clara) R. Nureyev
“Cenerentola” (Cenerentola) R. Nureyev
“Sogno di una notte di mezz’estate” (Pas de deux II atto- Ippolita- Ermia) G. Balanchine
“Il lago dei cigni” (Pas de quatre) Bourmaister
“Paquita” (Variazione Solista)
“Serata’900- Theme and variation” (Solista) G. Balanchine
“La Bella Addormentata nel Bosco” (Pas de cinq) R.Nureyev
“La Dama delle Camelie” (Prudance) J.Neumaier
“Bayadere” (Gamzatti) N.Makarova
“Coppelia” (Swanilda) D. Deane
“Apollo” (Polimnia) G. Balanchine
“Voluntaries” (Principal Couple) G.Tetley
“Giselle” (Myrtha) Y.Chauvire
“Don Chisciotte” (Kitry - Mercedes - Regina delle Driadi) R. Nureyev
“ Balletto Imperiale” (Coppia Principale) G. Balanchine
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Nella foto sopra a sinistra Mary Garret in uns sua stupenda performance. Nella foto sopra a destra la copertina del libro "LA VERITA', VI PREGO, SULLA DANZA"... di Mary Garret.
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