Salviamo le minoranze linguistiche - San Fili by Pietro Perri

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Salviamo le minoranze linguistiche

Dialetto calabrese sanfilese > Giuvann'a suriciara
by Pietro Perri.
 
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Lo penso anch'io: è giusto garantire e quindi salvare le minoranze linguistiche presenti sul territorio nazionale. Specie oggi che con l'unificazione dell'Europa... dodici popoli (forse anche qualcuno in più) diverremo veramente un unico popolo... coronando il sogno che fu di tanti grandi quali i leaders della Roma Imperiale (Giulio Cesare, Cesare Augusto etciù etciù etciù...!), di Carlo Magno, di quella Bonaparte di Napoleone, di diversi Papi e persino dello stesso Hitler.
Come al solito dove non arrivano gli uomini con le armi o con la ragione... anche se un po' a rilento... riesce ad arrivare la moneta a corso legale. Più che noi europei, infatti, a fare l'Europa Unita è stato, se non è o se non sarà, l'Euro (€).
Ahimè, purtroppo per fare gli italiani la lira non è bastata.
Ovviamente quale lingua ufficiale dell'Europa Unita a furor di popolo non è stata individuata la lingua sanfilese (u santufilise), l'italiano erede del latino (padre di quasi tutte le lingue) né tantomeno la lingua calabrese (u calavrise) o il leggendario esperanto, ma... l'inglese.
Per quanto riguarda l'esperanto, tra l'altro, qualcuno aveva coniato anche il profetico detto "chi di esperanto campa diesperato muore".
Eppure: quale lingua più giusta del calabrese (u calavrise) poteva trovarsi in Europa tanto da sembrare familiare, senza grossi sforzi, all'intero popolo dell'Europa Unita?
Dici che dico una fesseria? ... pensala pure come vuoi (ne ho dette tante in vita mia che una più una meno non fa certo differenza)... fatto sta che le cento ed una occupazioni che la Calabria ha subito nel corso dei millenni (alcune comunque ci hanno insegnato a chiamarle non occupazioni ma "colonizzazioni" quale ad esempio quella che ha dato vita alla Magna Grecia... e ci hanno detto pure che è stata cosa buona)... hanno finito per lasciare nel bagaglio linguistico dei calavrisi tutta una serie di idiomi e parole appartenenti ai diversi invasori - colonizzatori.
E così persino in quel poco che resta del dialetto sanfilese (u santufilise, lingua che non si parla più neanche in quel di San Fili), figlio del dialetto calabrese (u calavrise), ritroviamo tantissime parole che ci riportano non solo al latino o al greco antico, ma anche al francese, all'austriaco, allo spagnolo, all'inglese, all'arabo e... a chi più ci ha potuto fregare ci ha fregato.
Pensate un po': in tutta la succitata "frascatula"  troviamo persino qualche parola di italiano.
Se non credete a quello che dico, venite a San Fili che ci facciamo una bella chiacchierata... in dialetto ovviamente.
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Credo che questo discorso, seppure scritto con una forzata nota d'autoironia, sia più che sufficiente per poter ammettere senza ombra di dubbio che non sarebbe del tutto sbagliato lavorare per garantire un futuro anche al dialetto calabrese (e perché no, anche agli altri dialetti d'Italia e d'Europa)... considerarlo, di fatto, una lingua da salvare.... una... minoranza linguistica.
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Gli scritti che trovate in questa sezione (Giuvann'a Suriciara) cercano di descrivere in chiave tragicomica (più tragica che comica) con l'uso del dialetto alcuni fatti dell'età moderna.
Le correzioni apportate agli scritti succitati sono state fatte utilizzando il "Vocabolario del Dialetto Calabrese" di Luigi Accattatis.
L'Accattatis, seppure specifica essere, il dialetto dallo stesso considerato, tipico della zona "casalino-apriglianese", e molto simile, per non dire identico, aru dialettu santufilise.
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